Nei
suoi Ricordi di Nietzsche, Franz Overbeck racconta come in due
occasioni, nel 1883 e nel 1884, Nietzsche, in uno stato di evidente
alterazione, “circondandosi di mistero e con una voce
volutamente smorzata, come se rivelasse un terribile segreto”,
lo rese partecipe di una sua “teoria segreta”, di cui
aveva parlato solo a Lou Salomé. Oggi, a distanza di un
secolo, l’edizione critica dei frammenti postumi di Nietzsche,
dovuta alla perizia filologica di Giorgio Colli e Mazzino Montinari,
ci consente forse di individuare quella “teoria segreta”
che Nietzsche non ha mai osato rendere pubblica, anche se i pochi
frammenti che la contengono, non solo sono estremamente chiari, ma
rivelano l’intenzione di conferirle quella perfezione
terminologica e compiutezza stilistica che caratterizza i testi
destinati alla stampa.
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